“C’era
un volta,
è
così che inizia ogni storia che ha un lieto fine fatta di principi e
principesse, ma questa è la storia di Dentino, che non è nè un
principe, nè tanto meno un cavaliere, ma semplicemente è il dente
piccolo piccolo di Bimba.
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Dentino
non aveva più voglia di star fermo sempre nello stesso posto. Era
stufo di dover continuamente masticare cioccolata e caramelle, che
gli si appiccicavano addosso.
Lui
sognava il mondo fuori, proprio quello di cui intravedeva qualcosa
quando la bambina sorrideva.
Così
cominciò a informarsi dai suoi vicini su come fare per poter uscire.
Nessuno lo sapeva: alcuni gli facevano spallucce, altri si giravano
dall'altra parte; ma lui era determinato e continuò a chiedere, fino
a quando, a forza di domandare qua e là, cominciò a dondolarsi
avanti e poi indietro e sentì che l'abbraccio della gengiva si
faceva più sempre più leggero.
“O
che succede?!” si chiese stupito, ma non smise e, mentre oscillava,
iniziò a ballare, rapito da una musica sconosciuta e delicata, un
suono soffice come il gelato.
Non
gli era mai successo, in tutta la sua crescita, di essere così
felice per quel movimento, che adesso non riusciva più a
interrompere.
Ma
un giorno, mentre era assorto nei suoi pensieri, percepì uno strano
rumore che sospese la sua danza; infatti, si accorse che qualcuno,
sotto di lui, stava bussando: “Oh! Chi può mai essere che picchia
così forte?!”:
-
Ehi, tu chi sei? – Disse preoccupato.
- Sono
Dentone! – Con una vociona robusta.E
che ci fai là sotto? – Incuriosito.La
bambina sta crescendo, adesso avrà bisogno di me.Ma…
ed io?! – Rattristato da quella scoperta. - Tu sei stato bravo, ma adesso puoi andare con la Fatina nel Mondo.
- La Fatina… e chi è?! – perplesso perché quella Fatina proprio non l’aveva mai sentita.
-Come, non la conosci?!
- Tutti i Denti la conoscono – rispose saccente Dentone.
- Io no! – Imbronciato.
- Ti posso dire che è come una bambina piccina picciò, con un abito tutto lucente, come le sue ali fatate. Lei arriva di notte, per non farsi vedere dai grandi… - continuò sottovoce.
- E poi?! – incalzava Dentino, che lo ascoltava con gli occhi spalancati.E poi si presenta quando un Dente, che si è staccato dalla bocca, la chiama… di solito, quando usciamo, i bambini ci mettono sul loro comodino e così lei ci trova subito.
- Si può uscire dalla bocca?! E come si fa? – Felice di aver trovato qualcuno che poteva rispondere alla sua domanda.
- Continua a ballare! Vedrai che alla prima occasione riuscirai a staccarti!
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Di
quella rivelazione Dentino inizialmente non sembrava convinto “Una
fatina?! Che cosa stupida… nemmeno i bambini ci avrebbero
creduto!”; ma Dentone gli aveva dato un’informazione preziosa,
svelandogli come poter vedere il mondo. Fu così che si impegnò
ancora di più in quella bellissima danza, anche se, adesso,
cominciava a sentire male ai piedi.
Un
giorno, vide una luce tenue luce, poi gli comparì davanti una bella
mela rossa e ci si aggrappò più stretto che poteva... era una
fatica grande!
Mentre
cercava di rimanere attaccato con tutte le sue forze, ebbe un attimo
di incertezza, pensando che, forse, non ce l'avrebbe mai fatta e che
i suoi vicini avevano ragione, sarebbe rimasto solo, tutti i suoi
amici sarebbero restati lì e non li avrebbe più rivisti, ma non
mollò la presa e dopo poco, si sentì sollevare. Si guardò indietro
e vide lo spazio sotto di sé che diventava sempre più piccolo,
mentre la mela lo portava lontano... su su...
In
quel momento, sentì con dolore per la sua casa, dove aveva lasciato
tutte le sue cose, non aveva salutato nessuno, tanto era preso dalla
sua impresa a cui aveva dedicato tutto il tempo nell'ultimo periodo.
Ma quando vide il sole si riscaldò il cuore che fino a quel momento
non pensava nemmeno di avere.
Improvvisamente,
lasciò la presa e si sentì cadere giù giù giù fino ad atterrare
in un'immensa distesa bianca e lucida: un piatto. Mentre cercava di
capire dove fosse finito gli spuntarono davanti due grandi occhi
nocciola: era la Bimba proprio quella che mangiava cioccolato e
caramelle!
"Che
bello conoscerti" gli sembrò di gridare, ma lei non se ne
accorse e lo prese tra le sue mani e perplessa lo guardava. Poi lo
sguardo le si illuminò, sembrò capire chi era, lo prese stretto e
lo portò a far vedere prima alla mamma, poi al babbo e al
fratellino. Lo faceva vedere a tutti quelli che incontrava,
orgogliosa del suo Dentino e della finestrella che si era aperta al
suo posto.
Anche
Dentino era felice con lei!
Arrivati
alla sera la bambina era stanca, non si voleva separare dal suo
Dentino, ma sapeva che se lo avesse fatto gli sarebbe arrivato
qualcosa di ancora più prezioso, così lo prese e lo salutò per
l'ultima volta, adagiandolo su un morbido batuffolo di cotone davanti
ad una luce soffusa, che avrebbe dovuto indicare la strada alla
Fatina dei dentini.
“Allora
esiste davvero!” le disse stupito Dentino, felice per ciò che lo
avrebbe aspettato.
Poi
si addormentò e nel buio della notte, mentre tutti dormivano, fu
risvegliato da un rumore lieve, quasi un ronzio, che proveniva da
dietro la tenda. Stropicciandosi gli occhi vide uno sfavillio, come
di una stella: era la Fatina dei denti, piccolina come un biscottino:
“Finalmente, ti aspettavo!”.
La
Fatina, volteggiando leggera, gli si avvicinò e gli chiese qual era
il suo desiderio, Dentino sorrise e rispose deciso: "Voglio
vedere il mondo!". Così lei lo toccò per tre volte con la sua
bacchetta lucente, Dentino si intirizzì: aveva paura, ma era tanto
emozionato perchè non sapeva cosa gli sarebbe successo...
La
mattina arrivò facendosi annunciare dalla luce che illuminò la
stanza della bambina, prima lentamente poi sempre più decisa. Lei
stirò le braccia che uscirono da sotto le lenzuola tiepide e subito
si voltò verso il cotone su cui aveva lasciato Dentino e... non
poteva credere ai suoi occhi... lui non c'era più, ma al suo posto
c'era una grande moneta d'orata: il suo tesoro, che strinse tra le
manine. Felice pensò al suo Dentino, che "così avrebbe girato
per tutto il mondo”, anche se le mancava.
Quando
Dentino si risvegliò e riaprì gli occhi tutto intorno era buio, un
grande immenso buio di cui non si percepivano confini e di cui era
tanto spaventato.
Adesso
il suo desiderio era tornare indietro. Che stupido era stato a voler
andare via da un posto in cui stava bene, conosceva tutti. Lì
adesso sentiva freddo e era su una distesa di qualcosa in cui
affondava… non era come il caldo abbraccio della sua mamma Bocca,
né come la morbida Gengiva. La Bambina non l’avrebbe più
incontrata, forse era anche arrabbiata con lui, che se ne era andato
senza nemmeno salutarla!
Si
fermò e cominciò a piangere disperato. Una lacrima dopo l’altra
scendevano copiose per posarsi a terra, dove creavano una grande
pozzanghera, su cui improvvisamente vide il suo riflesso.
Tirò
sù con il naso, che nel frattempo gli era spuntato, aveva anche le
gambe e le braccia…
In
un attimo, smise di singhiozzare per guardarsi meglio sorpreso e si
accorse di avere anche delle buffissime manine bianche, che il sole,
che stava sorgendo dal mare, aveva appena illuminato.
Con
la nuova luce, si rese conto che quella che aveva sentito sotto i
suoi nuovi piedi era una sabbia fine di zucchero a velo e il mare che
aveva davanti a sé era tutto rosa. Rimase incantato da quella
visione e guardava l’orizzonte, che piano piano dissipava il buio,
svelando il Mondo pieno di colori.
Vide
alberi di liquirizia con frutti rossi, case di biscotto con tetti di
gelatina alla fragola e il fumo dei camini gli sembrava zucchero
filato.
Dentino
rimase immobile a guardare quello spettacolo: non credeva che potesse
esistere un posto così. Adesso avrebbe potuto scegliere quello che
voleva mangiare!
"E'
un luogo così bello e magico" pensò tra sè, mentre tutta la
preoccupazione spariva con l'oscurità.
In
breve, raccolse i frutti maturi, li assaggiò e li trovò buonissimi,
poi prese i fiori, la sabbia e anche quelli avevano un sapore che non
aveva mai sentito.
Fece
una scorpacciata con tutto quello che gli capitava, incuriosito dalla
forma che aveva il Mondo, finchè non sentì una strana melodia
provenire da lontano: “Cosa può mai essere?” si chiese dubbioso.
Con
le nuove braccia e gambe si mosse agile e veloce verso quella melodia
che gli ricordava la sua danza.
Dopo
poco, arrivò in una spazio ampio dove trovò tanti altri Denti, più
grandi di lui e si mischiò a quella folla facendosi spazio per
raggiungere e vedere cosa stava succedendo.
Da
lontano scorse, su una pista di un grande giaccio-lo alla menta, un
dentino piccino come lui che stava scivolando con il suono di quella
musica.
Tutti
sembravano incantati a guardarlo e anche Dentino rimase rapito da
quella danza leggera.
Restò
ad ammirarlo fino alla fine e rimase lì anche quando gli altri denti
se ne andavano. Fu in quel momento, che vide il dente che scivolava
sul ghiacciolo e gli corse incontro per conoscerlo:
-
Ciao io sono Dentino, sono arrivato oggi qui... e tu chi sei?
-
Io mi chiamo Incisivo.
-
Mi piace tanto come balli sul ghiaccio, ma come fai? Piacerebbe anche
a me..
-
Anche a me piace... non so come faccio, ma quando sento quella musica
non posso non seguirla... - Rilevò perplesso Incisivo.
Dentino
ripensò a quando era in Bocca, anche lui ballava, allora non aveva
manine e piedini...
Incisivo
vedendolo pensieroso gli domandò:
-
Anche a te piace la musica?
-
Sì...
-
Ti piacerebbe provare?
Il
viso di Dentino si illuminò di un sorriso commosso:
-
Sìììì! Faresti questo per me?!
-
Se ti va sì, vedi, di solito sono da solo sulla pista, agli altri
piace più correre dietro alle caramelle. Se vuoi puoi venire con
me... vuoi essere mio amico?!
Il
piccolino non credeva alle sue nuove orecchie... un amico... "Che
bello!".
Incisivo
lo prese per mano e lui, sentendo la pista di ghiacciolo scivolosa,
faticava a stare in piedi, ma poi ci prese confidenza e si lanciò
fiero nella sua danza. Nel suo cuore non aveva dimenticato la Bambina
a cui voleva bene, ma era felice per la sua nuova esperienza!
"Ogni
cambiamento porta con sè un dolore, seme della nuova felicità".
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