Con un Piccoletto e una BimbaGrande in
casa, mi sono comunciata a chiedere se ci fossero differenze nella
costruzione del nostro rapporto solo per il fatto di essere maschi e
fammine, oppure se fossero legate all'età o ad altri fattori.
Ho pensato di affrontare questo
argomento, perchè spesso sono le differenze nel rapporto con I figli
sono le Innominate, ma, inutile nascondersi ma ci sono.
Questo non vuol dire che le differenze
siano nella “quantità” di affetto o attenzioni, ma a livello
qualitativo.
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Guidata da questa “visione
idilliaca”, ho cercato soprattutto con la mia BimbaGrande,
soprattutto da quando ha cominciato a parlare, di entrare di più nel
suo mondo e farla partecipe del mio...
Ho cominciato ovviamente per caso, in
un periodo che sembrava difficile per lei: le era appena nato suo
fratello, non voleva andare all'asilo... mi chiedevo che cosa le
passasse per la testa e nell'impossibilità di farmelo dire
direttamente, mi è venuta l'idea di un gioco... ovviamente.
Così da qualche tempo, la sera prima
di dormire, dopo la favola spengiamo la luce e in un clima di
intimità le chiedo “Che cosa ti è piaciuto o non ti è
piaciuto oggi”. All'inizio le risposte erano una caramella, il
mare, il gelato... poi via via che sta crescendo, sta cominciando a
sorprendermi con I suoi 4 anni, dicendomi: stare con te oggi, non
mi è piaciuto che mi hai brontolato... e poi lei ha cominciato a
chiedere anche a me cosa mi è piaciuto oggi... Per me questa
è un'occasione per farla entrare nelle mie giornate in cui non siamo
insieme...
Da alcuni studi sembra emergere che la
madre, con una bambina, di solito stabilisce un legame più intimo e
intenso a cominciare dall'allattamento. Ed anche quando gioca con lei
e la coccola sembra crearsi un contatto più ravvicinato, rispetto a
quanto non avvenga con il figlio maschio. Con lui stabilisce un
legame “speciale”, molto coinvolgente ma più attento alla
“separatezza” già fin da quando è molto piccolo.
Sembra che tra madre e figlio si crea
una barriera invisibile che impedisce contatti troppo prolungati e
intensi. La spiegazione di questo sembra risiedere nel fatto che, a
livello inconscio, baci e carezze evochino più facilmente la
ripetizione di gesti che appartengano alla sessualità adulta, mentre
con la figlia questo non accade.
Inoltre, le coccole fanno parte di uno
stile di comunicazione e tendono non solo a cambiare in base al sesso
del figlio, ma anche in base all'età. Infatti, man mano che il
bambino cresce ed aumenta la distanza tra genitore e figlio, cambia
il modo di esprimersi affetto. Il modo di scambiarsi tenerezza è
diverso con un neonato e un bambino di 3 o 5 anni.
Nei testi si scrive che nei maschi il “pudore dei sentimenti”
diventa più forte dopo I tre anni, ossia nella fase in cui cercano
di differenziarsi dalla madre atteggiandosi a “ometti”. Di qui il
rifiuto alle manifestazioni d'affetto in pubblico e ai coetanei.
Nelle bambine di solito le
manifestazioni di affetto non imbarazzano , al contrario sembrano far
parte della “natura femminile” di esperimere più tenerezza.
Chissà se anche con il piccoletto
riuscirò a creare queste occasioni di complicità... a prescindere dalle teorie psicologiche credo che molto dipenda dall'indole di mamma "chioccia"...
E voi che ne pensate? Ci sono delle
differenze nel rappoto con I vostri figli?
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