martedì 9 settembre 2014

E' possibile insegnare ai bambini a mettere in ordine?



"Metti in ordine!!". Quante volte lo abbiamo detto e ridetto ai bambini?! Risultati: scarsissimi!



Le discussioni sull'ordine e il disordine fanno parte della quotidianità di molte famiglie e risolverle non è facile, anzi talvolta sembra impossibile! Tanto più si impone tanto più saranno gli sforzi dei bambini per andare nel senso opposto.

Inoltre, credo che in casa il caos si propaghi molto più rapidamente dell'ordine. Inoltre, se gli adulti tendono a raccoglliere i bambini invece "espandono". Ricordo che una volta, andando a trovare un'amica che aveva due bambini piccoli, quando ancora non avevo figli, rimasi scioccata dalla confusione di quella casa... per un attimo pensai che fossero entrati i ladri in casa, infatti, sembrava un campo di battaglia dove erano stati esplosi pedardi in ogni angolo, svuotato ceste , cadaveri e vrandelli di mostri sparsi sul pavimento... La mia amica mi confessò che tutto quella confusione era stata fatta in una sola mattinata.


A difesa dei bambini confermo che l'ordine non è assolutamente una "condizione naturale" ma per averlo e soprattutto per mantenerlo servono sforzi! Questo vale sia per i piccoli sia per i grandi... quanti di noi hanno la scrivania dove lavorano ordinata, senza troppi fogli sopra?! In casa mia ho sempre avuto la stanza del "caos" e non saprei come fare senza poter buttare tutta la confusione là dentro!

 
Ma allo stesso tempo tenere in ordine le proprie cose ha diversi vantaggi pratici: si risparmia tempo quando si cerca qualcosa perchè sappiamo dove trovarla. Ai bambini questo è l'aspetto che va passato: il bisogno di ordine e non l'ordine fine a se stesso.

Come si impara a essere ordinati?

Costringere un bambino a riordinare la sua cameretta o i suoi giochi, quando va bene, ha effetti limitati: l'ordine non si insegna, la pressione dall'esterno non porta cambiamenti duraturi, mentre l'educazione a questo darà maggiori risultati.
Questo significa che bontolare o urlare ai bambini perchè hanno lascito tutti i giochi in giro per la casa ogni giorno, non serve. Infatti lo psicologo americano Rudolf Dreikurs descrive la circostanza in cui i bambini sgridati "escludono il canale audio" ossia non registrano e diventano del tutto indifferenti quando la madre li rimprovera.
E allora la domanda è ma come si fa?!
A tal proposito vi riporto alcune indicazioni che ho trovato utili in un libro che ho preso di recente in biblioteca:

- "Fare sul serio": Quando i bambini imparano che dopo un rimprovero non succede nulla se non il rimprovero stesso, stanno tranquilli e non si muovono. Questo significa che è necessario agire quello che si promette. Pensare bene a ciò che stiamo minacciando affinchè non sia irrealizzabile altrimenti la perdita di credibilità è sicura. Qualche tempo fa ho fatto la scoperta del secolo: potevo stare ore a chiamare la Bimbagrande affinchè venisse a sistemare il giacchetto lasciato in giro per la casa, poi ho detto "Conto fino a tre" e lei per motivi che ancora non riesco a spiegare ha cominciato a correre per riuscire a mettere all'appendiabito il giacchetto prima del TRE... averlo saputo prima!!

- Sottolinerare le parole con il contatto fisico: anche in questo caso è più efficace ed incisivo dire delle cose mettendo una mano sulla spalla dei bambini, sul loro braccio o prendergli la mano e guardarlo negli occhi con voce tranquilla e ferma piuttosto che strillare nercosamente da una parte all'altra della casa.

- Finchè i bambini sono piccoli si possono utilizzare due armi segrete: la capacità imitativa (ai bambini imitano moltissimi dei comportamenti degli adulti) e trasformare quello che è noioso in un gioco ( ad esempio a chi mette nella cesta più giochi). Quindi proporre ai bimbi un gioco in cui noi per primi mettiamo a posto i pupazzi. 

- Quando i bambini crescono è fondamentale insegnare loro che "si fa anche se non se ne hai voglia". In fondo, nella vita di ognuno ci sono molte cose che si fanno anche se non ne abbiamo voglia, insegnare precocemente questo permette di "fare esperienza" con una frustrazione "buona" che permette di crescere e da cui passa l'autonomia.

- Creare una routine: quando qualcosa entra a far parte del ritmo della giornata si fa senza pensarci e con un "dispendio energetico" minore. Ossia, se ogni sera prima di andar a dormire si rimmettono in ordine i giochi e i bambini sanno che prima di andare a lavarsi i denti devono farlo, la sera basterà dirglielo e loro non obbietteranno più di tanto.

- Metodo del gatto. Una volta una mamma mi racontò che quando pensava di aver perso la battaglia del disordine, successo l'inimmaginabile: il loro gatto insegnò che era meglio non lasciare i giochi in giro. Infatti, non sapeva dire da quando ma successo che riordinare divenne un'abitudine nella loro casa, in quanto ogni cosa lasciata in giro veniva presa, spostata e morsicchiata dal gatto, che non rispettava i "diritti di proprietà" . L'unico modo per garantire che il gatto non se ne impossessasse era riporli nell'armadio ogni sera! Geniale!!

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