"Metti in ordine!!". Quante volte lo abbiamo detto
e ridetto ai bambini?! Risultati: scarsissimi!
Le discussioni sull'ordine e il disordine fanno parte della
quotidianità di molte famiglie e risolverle non è facile, anzi talvolta sembra
impossibile! Tanto più si impone tanto più saranno gli sforzi dei bambini per
andare nel senso opposto.
Inoltre, credo che in casa il caos si propaghi molto più
rapidamente dell'ordine. Inoltre, se gli adulti tendono a raccoglliere i
bambini invece "espandono". Ricordo che una volta, andando a trovare
un'amica che aveva due bambini piccoli, quando ancora non avevo figli, rimasi
scioccata dalla confusione di quella casa... per un attimo pensai che fossero
entrati i ladri in casa, infatti, sembrava un campo di battaglia dove erano
stati esplosi pedardi in ogni angolo, svuotato ceste , cadaveri e vrandelli di
mostri sparsi sul pavimento... La mia amica mi confessò che tutto quella
confusione era stata fatta in una sola mattinata.
A difesa dei bambini confermo che l'ordine non è
assolutamente una "condizione naturale" ma per averlo e soprattutto
per mantenerlo servono sforzi! Questo vale sia per i piccoli sia per i
grandi... quanti di noi hanno la scrivania dove lavorano ordinata, senza troppi
fogli sopra?! In casa mia ho sempre avuto la stanza del "caos" e non
saprei come fare senza poter buttare tutta la confusione là dentro!
Ma allo stesso tempo tenere in ordine le proprie cose ha
diversi vantaggi pratici: si risparmia tempo quando si cerca qualcosa perchè
sappiamo dove trovarla. Ai bambini questo è l'aspetto che va passato: il bisogno di ordine e non l'ordine fine a
se stesso.
Come si impara a essere ordinati?
Costringere un bambino a riordinare la sua cameretta o i
suoi giochi, quando va bene, ha effetti limitati: l'ordine non si insegna, la
pressione dall'esterno non porta cambiamenti duraturi, mentre l'educazione a
questo darà maggiori risultati.
Questo significa che bontolare o urlare ai bambini perchè
hanno lascito tutti i giochi in giro per la casa ogni giorno, non serve. Infatti
lo psicologo americano Rudolf Dreikurs descrive la circostanza in cui i bambini
sgridati "escludono il canale audio" ossia non registrano e diventano
del tutto indifferenti quando la madre li rimprovera.
E allora la domanda è ma come si fa?!
A tal proposito vi riporto alcune indicazioni che ho trovato
utili in un libro che ho preso di recente in biblioteca:
- "Fare sul
serio": Quando i bambini imparano che dopo un rimprovero non succede
nulla se non il rimprovero stesso, stanno tranquilli e non si muovono. Questo
significa che è necessario agire quello che si promette. Pensare bene a ciò che
stiamo minacciando affinchè non sia irrealizzabile altrimenti la perdita di
credibilità è sicura. Qualche tempo fa ho fatto la scoperta del secolo: potevo
stare ore a chiamare la Bimbagrande affinchè venisse a sistemare il giacchetto
lasciato in giro per la casa, poi ho detto "Conto fino a tre" e lei
per motivi che ancora non riesco a spiegare ha cominciato a correre per
riuscire a mettere all'appendiabito il giacchetto prima del TRE... averlo
saputo prima!!
- Sottolinerare le
parole con il contatto fisico: anche in questo caso è più efficace ed
incisivo dire delle cose mettendo una mano sulla spalla dei bambini, sul loro
braccio o prendergli la mano e guardarlo negli occhi con voce tranquilla e
ferma piuttosto che strillare nercosamente da una parte all'altra della casa.
- Finchè i bambini sono piccoli si possono utilizzare due
armi segrete: la capacità imitativa
(ai bambini imitano moltissimi dei comportamenti degli adulti) e trasformare
quello che è noioso in un gioco ( ad
esempio a chi mette nella cesta più giochi). Quindi proporre ai bimbi un gioco
in cui noi per primi mettiamo a posto i pupazzi.
- Quando i bambini crescono è fondamentale insegnare loro
che "si fa anche se non se ne hai voglia". In fondo, nella vita di
ognuno ci sono molte cose che si fanno anche se non ne abbiamo voglia,
insegnare precocemente questo permette di "fare esperienza" con una
frustrazione "buona" che permette di crescere e da cui passa
l'autonomia.
- Creare una routine:
quando qualcosa entra a far parte del ritmo della giornata si fa senza pensarci
e con un "dispendio energetico" minore. Ossia, se ogni sera prima di
andar a dormire si rimmettono in ordine i giochi e i bambini sanno che prima di
andare a lavarsi i denti devono farlo, la sera basterà dirglielo e loro non
obbietteranno più di tanto.
- Metodo del gatto.
Una volta una mamma mi racontò che quando pensava di aver perso la battaglia
del disordine, successo l'inimmaginabile: il loro gatto insegnò che era meglio
non lasciare i giochi in giro. Infatti, non sapeva dire da quando ma successo
che riordinare divenne un'abitudine nella loro casa, in quanto ogni cosa
lasciata in giro veniva presa, spostata e morsicchiata dal gatto, che non
rispettava i "diritti di proprietà" . L'unico modo per garantire che
il gatto non se ne impossessasse era riporli nell'armadio ogni sera! Geniale!!
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