1.
Le mamme perdono il cervello
Le mamme perdono il cervello e alcuni scienziati lo hanno
dimostrato in modo ineludibile. Infatti, anche se il significato di questi
cambiamenti non è del tutto chiaro, i ricercatori hanno evidenziato una
specializzazione del cervello in preparazione per i compiti della maternità. In
particolare, sembra esserci una perdita di materia grigia in alcune aree
celebrali, simile a quella che avviene anche nel cervello degli adolescenti,
potrebbe essere un modo per affinare le reti neurali specializzate nel
riconoscimento dei bisogni del bambino.
2.
Il sapore del liquido amniotico
Mentre
l'ecografia è alla base di moltissime conoscenze sul feto e su come" si
comporta" nel pancione, per capire che cosa gli arriva del mondo esterno
sono stati ideati vari esperimenti.
L'ambiente sonoro dell'utero è stato per esempio studiato introducendo dei microfoni all'interno della pancia al momento della rottura delle acque. Mentre, per capire quanti sapori e odori arrivino al bambino attraverso quello che la mamma mangia, alcune ricerche sono partite facendo assaggiare a volontari il liquido amniotico. Questi hanno riconosciuto la presenza di aglio, vaniglia, menta, carota che la mamma aveva mangiato.
L'ambiente sonoro dell'utero è stato per esempio studiato introducendo dei microfoni all'interno della pancia al momento della rottura delle acque. Mentre, per capire quanti sapori e odori arrivino al bambino attraverso quello che la mamma mangia, alcune ricerche sono partite facendo assaggiare a volontari il liquido amniotico. Questi hanno riconosciuto la presenza di aglio, vaniglia, menta, carota che la mamma aveva mangiato.
Questo
può spiegare come, una volta nato, il bambino sembra gradire di più quello che
ha già "assaggiato" durante la gravidanza.
3.
Più papà meno farmaci
Oggi
la presenza dei padri in sala parto è considerata normale, ma non era così fino
a poco tempo fa. A farli entrare - per così dire - fu un medico americano,
Robert Bradley. Erano la fine degli anni Quaranta, e negli Stati Uniti la
maggior parte delle donne partoriva in ospedale sotto l'effetto di forti
sedativi.
Bradely
volle sperimentare che cosa succedeva se mariti o compagni potevano restare
accanto alle partorienti. Le istruzioni erano che i padri dovessero
dispensare incoraggiamenti, lodi e
rassicurazioni che mancava poco. Secondo uno studio pubblicato da Bradley nel
1962, con la presenza dei padri in sala parto diminuiva radicalmente il ricorso
ai farmaci.
Che
fosse del tutto vero o no, la porta da allora è stata più o meno aperta.
4.
Nausea termometro del rapporto di coppia
Lo psicologo americano Gordon G. Gallu ha avanzato una
teoria decisamente innovativa, ovvero, che le nausee altro non sono che la fisiologica reazione della donna
al liquido seminale dell'uomo. Più il partner è recente e meno la donna ha
avuto la possibilità di abituarsi a lui e, secondo lui, le donne che hanno un
bimbo con un compagno di lunga data, hanno meno probabilità di stare male.
5.
Anche i feti piangono
Nel 2004 uno studio ha dimostrato per la
prima volta la prima prova video di un bambino che "piange"
nell'utero e ha davvero cambiato il modo in cui i ricercatori hanno pensato al
comportamento, all'attività e allo sviluppo del feto.
È interessante notare che uno dei
bambini ha effettivamente mostrato il comportamento di pianto subito dopo
l'inizio del travaglio nella madre. Questo ha senso quando ci pensi: il bambino
stava iniziando la corsa
selvaggia nel grembo materno!
I
medici sanno che i bambini sviluppano tutti i prerequisiti necessari per
piangere entro 20 settimane di gestazione. A questo punto, il feto ha movimenti
respiratori coordinati, può aprire la mascella, fremere il mento ed estendere
la lingua. Può anche deglutire. E poiché i bambini nascono spesso anche
prematuramente, i medici sanno che già dopo 24 settimane, i bambini possono
produrre suoni piangenti e rispondere al rumore nel loro ambiente.
Il
pianto è un importante traguardo di sviluppo per un bambino e rappresenta uno
sforzo coordinato tra molti sistemi del corpo. Un bambino inizia a sviluppare
tutti i suoi sensi, dal tatto, all'olfatto, all'udito e alla pratica dei
movimenti anche all'interno dell'utero e ha tutte le capacità per imitare il
pianto intorno alla gestazione di 20 settimane.
I
bambini imparano a conoscere il mondo che abiteranno fuori dal grembo materno
dal loro primo mondo dentro, e parte di ciò comporta la reazione a ciò che
accade intorno a loro.
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